martedì 31 marzo 2015

I metodi adoperati in grafologia

Attualmente in Italia le indagini afferenti alla grafologia peritale vengono svolte adottando uno dei metodi di seguito illustrati.
Metodo grafometrico: ideato da Edmond Locard, procede dalla rilevazione dei rapporti dimensionali. Ultimamente gode di scarsa popolarità ed è stato abbandonato in favore di altri metodi.
Metodo grafonomico: ideato da Salvatore Ottolenghi e noto anche come metodo “segnaletico-descrittivo”, è il metodo utilizzato dalla Polizia Scientifica e dal C.C.I.S. (Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche). Procede attraverso quattro fasi: osservazione, rilievo dei caratteri o segnalamento, confronto e giudizio conclusivo. Ricerca i connotati (generali e speciali), i connotati salienti (più spiccati e personali) e i contrassegni particolari (tipici ed esclusivi), per poi giungere a delineare il tipo grafico individuale (risultante dinamica delle correlazioni fra i connotati ed i contrassegni), autentica quintessenza dello scrivente.
Metodo grafologico: metodo elaborato da padre Girolamo Moretti (1879-1963) e dai suoi successori a partire dall'inizio del secolo scorso. L’analisi ha inizio con l’individuazione dei segni grafologici, cui viene attribuito un valore in “decimi” che ne stabilisce l’intensità. Questa va combinata con il carattere sostanzialemodificante o accidentale di ogni segno, che lo qualifica per la sua facoltà di dominare (se sostanziale), accentuare o ridurre le caratteristiche dei sostanziali (se modificante) o manifestare, in modo peculiare, il proprio potenziale interiore (se accidentale). Da ultimo, si determinano i contenuti sottesi a tale segni e le dinamiche che ne derivano. La grafologia peritale morettiana si avvale della teorizzazione dei gesti fuggitivi(ricci, tagli delle t, puntini delle i, ganci, “aperture a capo”, segni diacritici, segni accessori), segni che sfuggono più di ogni altro al controllo del conscio e rappresentano in modo inequivocabile l’intrinseca natura dello scrivente.
Metodo grafoscopico: consiste nell’impiego della strumentazione (ottica, elettronica, digitale ecc.) più appropriata al fine di consentire la rilevazione, dimostrazione e rappresentazione dei fenomeni grafici. Non rappresenta dunque un metodo alternativo, bensì una pratica che necessariamente deve integrare il metodo adottato.