venerdì 27 aprile 2012

Il grafologo: un "investigatore della psiche"

Come già ampiamente illustrato, la figura del grafologo si inserisce nell’ambito criminologico a pieno titolo ed offre un valido contributo ‘info-operativo’ alle indagini attraverso lo studio della psiche umana, sia analizzando i singoli tratti psicologici e le funzioni psichiche del soggetto criminale, sia individuandone le tendenze comportamentali. Occorre, inoltre, sottolineare come la sostanziale efficacia dello strumento grafologico sia individuabile anche nella particolare malleabilità che lo caratterizza, rendendolo adattabile a molteplici circostanze.La sua versatilità consente infatti di: • finalizzare l’analisi sui tratti psicologici ed i comportamenti di interesse contingente e specifico, piuttosto che sugli aspetti più generali e manifesti della personalità;

• esaminare manoscritture vergate in tempi diversi, per capire meglio ‘le orme lasciate dal vissuto’ sulla personalità dell’individuo;

• operare ‘con discrezione’, ossia senza la necessità di un coinvolgimento diretto del soggetto interessato.

Per illustrare l’effettiva utilità della grafologia a livello investigativo, si propone una trattazione specifica delle principali tecniche investigative ad oggi utilizzabili dai grafologi - tecniche in continua evoluzione - e che permettono di valutare: la predisposizione a delinquere, la compatibilità tra indiziato e reato, la capacità di intendere e volere, la reiterazione del crimine, le dinamiche dei gruppi criminali, l’attendibilità dei collaboratori di giustizia e delle fonti.

 
Predisposizione a delinquere

Lo studio approfondito della struttura di personalità, intesa come causa primaria della condotta umana, consente al grafologo di esprimere un parere in merito alla predisposizione a delinquere di un sospettato, definita come: “una tendenza a portare pregiudizio agli interessi di un altro o a non rispettarli a vantaggio dei propri; ciò a un grado non tollerabile per la convivenza umana”.

Nella pratica, si tratta di individuare quei segni che, se presenti nella scrittura in forma ‘estrema’ o patologica, costituiscono indici grafologici della “personalità criminale” e della conseguente predisposizione a delinquere.

Da questo punto di vista, assumono una particolare importanza elementi quali, ad esempio: l’aggressività/impulsività, l’instabilità emotiva (possibile causa di vulnerabilità interiore ed insicurezza), l’egocentrismo/narcisismo (l’eccessivo bisogno di soddisfare il proprio ego, anche a scapito degli altri), l’esaltazione fanatica, la spietatezza/freddezza del sentimento, il desiderio di vendetta/rancore, l’amoralità, la perversione sessuale.

 
Compatibilità tra indiziato e reato

E’ un tipo di valutazione grafologica simile alla predisposizione a delinquere ma meno generica; infatti l’esame è mirato, in maniera specifica, a comprendere se il profilo psicologico di un sospettato risulti compatibile - e magari anche in quale grado - con quello dell’autore di un reato.

 
Capacità di intendere e volere

La necessità di accertare se un individuo sia in possesso delle capacità di intendere e volere è di fondamentale importanza tanto nel diritto penale, quanto a livello procedurale ed investigativo. In tale ambito l’esame grafologico si rende utile in vari modi, sia per stabilire l’attendibilità di testimoni di reati, sia nel caso di persone sospettate di delitti.

L’accertamento del possesso di tali capacità, nei suoi vari gradi, è infatti determinante ai fini di una più completa e corretta valutazione dell’imputabilità dell’indagato e della eventuale determinazione della pena. A tal proposito, ove si disponga di idonee manoscritture, può risultare proficuo lo studio comparato di più grafie vergate dal sospettato in un arco temporale a cavallo dell’evento criminoso.

L’affiancamento del grafologo a specialisti medici del settore, quali psichiatri e neurologi, coniuga figure professionali con competenze distinte, ma con un unico obiettivo, ossia quello di stabilire non solo se un soggetto si trovi nelle condizioni di incapacità di intendere e volere, ma anche se si tratti di condizioni di tipo transitorio (per assunzione di alcool, farmaci, stupefacenti, oppure a seguito di patologie mentali di natura episodica) oppure permanente.

Inoltre, la medesima problematica investe anche il diritto civile, nei suoi vari ambiti, e ciò si dimostra palese nei casi di testamenti olografi, donazioni, contratti, matrimoni, ecc, per stabilire se un atto possa essere suscettibile di annullamento poiché vergato in condizioni di incapacità.

 
Reiterazione del crimine

Il grafologo può essere chiamato anche ad esprimere un parere in merito all’eventualità che una persona possa reiterare - ovvero torni a compiere - un determinato crimine. Quanto detto è rilevabile dalla grafia mediante l’individuazione di quei tratti psicologici che - qualora presenti in maniera molto intensa e frequente - sono indicativi di una certa forma mentis, che rende l’individuo incline a ripetere il reato già commesso o a compierne di simili. Tra i vari elementi considerati in sede di valutazione si citano, a titolo di esempio:

• la marcata rigidità mentale, fautrice di caparbia ostinazione e di notevole soggettività del giudizio;

• le condizioni di forte disagio psichico o di deficit affettivo/intellettivo.

 
Dinamiche dei gruppi criminali

Nell’ambito di indagini relative a particolari fenomeni sovversivi - come il terrorismo e la criminalità organizzata, dove la ‘dimensione individuale’ del crimine si sposa con quella ‘collettiva’ - può risultare utile cercare di delineare i ruoli assunti da ciascun membro del gruppo criminale e le specifiche dinamiche interpersonali che ne conseguono.

A tal proposito, lo strumento grafologico - tramite l’analisi di personalità - è in grado di intervenire a più livelli:

• individuale, tentando di capire - in linea di massima - quale ruolo potrebbe rivestire il sospettato all’interno del gruppo di appartenenza, unicamente sulla base delle attitudini che lo qualificano;

• collettivo, qualificando in maniera più specifica le posizioni (ad esempio leader piuttosto che gregario) e le mansioni (in generale, di tipo ‘teorico/organizzative’ oppure ‘pratico/esecutive’) eventualmente attribuibili agli esaminati in seno al gruppo.

Inoltre, la comparazione tra scritture di più individui consente di evidenziare la maggiore o minore compatibilità caratteriale - vista in termini di affinità interpersonale - tra i diversi appartenenti alla medesima organizzazione criminale, ciò al fine di comprenderne meglio le dinamiche relazionali interne.

 
“Una mente da leader”

(Un profilo ‘virtuale’ del capo di un gruppo terroristico)

Chi risulti possedere una buona dose di ferocia ed astuzia, una certa aridità emotiva, una spiccata energia vitale, una grande determinazione e tenacia, una lucida freddezza nel prevedere ed organizzare eventi, può assumere il ruolo di leader all’interno di un qualsiasi gruppo terroristico, sia a livello teorico come ideologo e pianificatore strategico, sia a livello operativo indossando i panni del ‘generale’ che dirige le truppe ‘sul campo’ e le guida in azioni cruente ed articolate.

 
Attendibilità dei collaboratori di giustizia e delle fonti

E’ un esame che può avere delle interessanti applicazioni di carattere sia investigativo che info-operativo, e consente al grafologo di esprimere un parere ‘di massima’ sull’affidabilità dei ‘collaboratori di giustizia’ e degli ‘informatori’.

Per fare ciò si valutano i segni grafologici che indicano l’inclinazione all’inganno, ovvero quella tendenza comportamentale che porta l’individuo a:

• dissimulare: nascondere alcune informazioni senza però dire nulla di falso;

• falsificare: dire cose false spacciandole per vere.

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