giovedì 10 maggio 2012

La contestualità degli scritti

Un accertamento peritale che viene spesso richiesto al grafologo riguarda la contestualità degli scritti. La contestualità di manoscritture di uno o più documenti nasce dalla necessità di accertare se l'intera grafia, oggetto d'indagine, sia stata interamente ideata ed eseguita in un unico contesto oppure in tempi diversi, tra loro distanziati e non contestuali.
 Gli effetti pratici sui quali può sorgere il sospetto della non-contestualità, sono i seguenti:
1. Diversità dell'assetto grafomotorio nel passare da un punto all'altro della manoscrittura;
2. Differenti pigmentazioni degli inchiostri nella stesura delle grafie.
Per quanto concerne la verificazione della contestualità tra testo e firma, i casi più frequenti sono di accertamenti su testamenti olografi (quando non vi è la possibilità di disconoscere l'autografia del testo e/o della sottoscrizione, si invoca la non contestualità tra testo e firma) e su ricevute di pagamento o su altri documenti, dove è meno sostenibile la non autografia della sottoscrizione, ma è più credibile sostenere la non contestuaità. Per questo tipo di accertamento, vanno evidenziate tre ipotesti di lavoro:
a) Accertare se la grafia della sottoscrizione sia riconducibile alla stessa persona che ha vergato la scrittura del testo. Qui la verifica non costituisce alcuna novità dal punto di vista della grafolgia peritale;
b) Accertare se la grafia del testo e la grafia della firma siano state realizzate nella stessa data e contestualmente. Il problema è risolvibile in parte dalla grafologia peritale limitatamente alla constatabilità dei requisiti di similarità dell'assetto motorio e dei requisiti i riferibilità della scrittura individuale ad uno stesso periodo dell'evoluzione grafomotoria del soggetto scrivente. In questo tipo d'indagine, a volte, si sostiene l'ipotesi che la firma sia stata apposta in precedenza sul foglio in bianco e che, successivamente ed in maniera fraudolenta, sia stato impiegato lo spazio sovrastante ad essa per la compilazione del testo del documento.
c) Accertare se l'inchiostro con il quale è stata compilata la grafia del testo del documento sia lo stesso di quello con cui è stata vergata la firma. In questa terza ipotesi di lavoro, la grafologia peritale non ha più la competenza, in quanto il problema della identità degli inchiostri deve essere affrontato dalla "Chimica degli Inchiostri". Tuttavia, può essere fornita una risposta parziale, grazie all'ispezione agli infrarossi. Un altro problema peritale, infine, analogo a quello che si pone nella conetstualità tra testo e firma, riguarda la contestualità tra testo e data. Questo tipo di verifica viene richiesto specialmente quando si sostiene che la data non esisteva sul documento e che sarebbe stata apposta successivamente, scrivendo una data risalente a molti anni addietro. Il contributo della grafologia peritale, in questi casi, come per la contestualità tra testo e firma, è limitato alla possibilità di riscontrare, nella gestualità grafica derivante dalla scrittura della data e del testo, i medesimi caratteri di assetto grafomotorio e di riconducibilità ad uno stesso periodo dell'evoluzione grafomotoria della persona in esame.

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