mercoledì 16 maggio 2012

Scrittura e droghe

La droga, nell'ambito delle tossicodipendenze, assume connotazioni diverse a seconda della qualità e quantità del prodotto ingerito e degli effetti che ne derivano. Le droghe sono sostanze stupefacenti che, in virtù dei loro effetti farmacologici (di tipo euforico, fantastico, inebriante, ipnotico, eccitante) sul sistema nervoso centrale e in particolare sullo stato di coscienza, vengono fatte oggetto di uso non terapeutico, ma principalmente voluttuario. L'uso della maggior parte di queste sostanze (es. oppio, morfina, eroina, cocaina, hashish, L.S.D.) può determinare l'insorgenza di fenomeni di dipendenza fisica e/o psichica (tossicodipendenza), oltre che di effetti collaterali. Ciascuna droga, in maniera più o meno severa, produce i suoi effetti minando l'equilibrio funzionale psicofisico del soggetto che ne fa uso. L'assunzione di droghe, per gli effetti che produce sull'organismo, comporta anche inevitabili ripercussioni sul gesto grafico, che è rivelazione diretta di come lavora il cervello nell'unilateralità funzionale del rapporto con il corpo. Per la completa valutazione degli effetti delle droghe sul prodotto grafico sarebbe necessario, per ogni soggetto in esame e per ogni tipo di sostanza, analizzare la grafia in quattro momenti distinti: 1. prima dell'uso della droga; 2. durante l'effetto della sostanza assunta; 3. in fase di astinenza; 4. in corso di disintossicazione. Tale ricerca dovrebbe essere estesa ad un gran numero di soggetti, al fine di pervenire alla valutazione di "campioni" che siano statisticamente significativi per trarre delle deduzione oggettive. Per quanto riguarda, invece, le implicazioni di natura peritale, quasi sempre ci si trova di fronte a scritture quantitativamente carenti e generalmente relative alle fasi di disintossicazione e, raramente, alla fase di astinenza. Le problematiche che ne derivano in campo peritale sono enormi per le seguenti motivazioni: a) data la particolarità dello stato soggettivo nel quale le grafie in verifica sono state eseguite, diventa quasi sempre impossibile disporre di campioni di scritture comparative che siano state vergate nelle medesime condizioni psicofisiche; b) quando le grafie comparative risalgono ad epoca precedente al periodo di assunzione della droga, possono subentrare ostacoli tecnici, oltre che procedurali, rispetto alla loro idoneità, specialmente se dette scritture sono riferibili ad un tempo di gran lunga anteriore a quelle che sono oggetto della verifica peritale; c) le diversità qualitative emergenti dal confronto diventano assai rilevanti, con la conseguenza che potrebbero essere scambiate per segni di artificiosità oppure risulterebbe difficoltoso spiegarle senza l'attenta valutazione delle fenomenologie grafiche attribuibili all'effetto della droga. In sintesi, gli effetti degli stupefacenti sulla gestualità grafica possono essere, così, brevemente ripelogati: - etereogenità aritmiche del peso pressorio; - incostanza ed incoerenza delle ampiezze e delle spinte sinistra/destra con le quali vengono tracciate le singole lettere (in alcuni punti la scrittura dà l'impressione di scattare precipitosamente, per poi rivelare un andamento totalmente contrastante); - contorsione dei tratti grafici in seno alle singole lettere, non per normale stentatezza ma per inibizione o spasticità della funzione endocrina; - deviazioni improvvise dei tratti con irregolarità delle ampiezze e con affievolimento delle spinte verticali; - trasandatezza e disordine nell'allineamento orizzontale e nella disposizione dello scritto sul foglio; - scarsa differenziazione pressoria tra tratti ascendenti e discendenti delle lettere, per impoverimento ed irregolarità funzionale del tono muscolare. E' bene, infine, evidenziare come detti elementi grafici, appena esposti, siano tipici dell'effetto della droga, ma presentino valori che possono oscillare, anche in maniera importante, da un soggetto all'altro.

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